Memento.

Manuela Merlo, foto di Natalino Russo

…Negli anni settanta, mentre facevo ricerche alla Biblioteca del Congresso, mi imbattei in un’oscura storia dell’architettura religiosa che dava per scontato un fatto: il disegno tradizionale della maggior parte degli edifici patriarcali di culto imita il corpo femminile. Percio’, ci sono un’entrata piu’ esterna e una piu’ interna, grandi labbra e piccole labbra, una navata centrale vaginale che porta all’altare, due strutture ovariche ad ambo i lati e poi, nel sacro centro, l’altare o utero, dove avviene il miracolo, dove i maschi procreano. Anche se questo paragone mi era nuovo, colpiva nel segno. Ma certo, ho pensato. La cerimonia principale delle religioni patriarcali è quella in cui gli uomini fanno proprio il potere yonico della creazione generando simbolicamente. Non c’è da meravigliarsi se i capi religiosi maschi ripetono cosi’ spesso che gli esseri umani sono nati nel peccato, perchè siamo stati generati da creature di sesso femminile. Solo obbedendo alle regole del patriarcato possiamo rinascere attraverso gli uomini. Non c’è da meravigliarsi che preti e pastori in sottana spruzzino sulle nostre teste un surrogato di fluido natale, ci diano nuovi nomi e ci promettano la rinascita alla vita eterna. Non c’è da meravigliarsi che il clero tenti di tenere le donne lontane dall’altare, esattamente come le donne sono tenute lontane dal controllo del proprio potere riproduttivo. Vuoi sul piano simbolico vuoi nella realtà, tutto mira a dominare il potere che risiede nel corpo femminile.” Gloria Steinem,Prefazione  ne I monologhi della vagina- 

 

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