dal magico mondo di NeitherTheDogs

Pare proprio che Reggio C., come del resto la Calabria intera, ce l’abbia fatta. La Svolta (con la esse grande, mi raccomando) è iniziata. In realtà è solo agli esordi ma, sarà che si avvicina il santissimo Natale e ci si sente ben disposti, sarà che difficilmente si riesce ad immaginare qualcosa di peggio di un’amministrazione Scopelliti&Friends, sarà che tutto prima o poi scorre e tutto cambia (perfino qui in terronia, dicono),  la gente è pervasa da un frizzante ottimismo. Tutto cambia, o quasi (le parrocchie, ad esempio, restano sempre le stesse). 

 Io in realtà non riesco ancora a visualizzarla per bene,  questa strada che comincia con la esse maiuscola. Del resto la mia è una prospettiva casalinga, provinciale e come aggravante soffro di miopia incipiente. Sono così miope che sto male anche solo nel buttare un occhio  ai fasti di ritorno di città e regione.

 Di Reggio C. conosco quello che tutti noi abbiamo potuto apprendere in questi anni dalle cronache giornalistiche; so quello che mi raccontano gli amici e le amiche che ci vivono; so per esperienza diretta che il panorama in certi punti  è da mozzare il fiato,  che la produzione dolciaria è stratosferica, che a Reggio fa sempre più caldo, e che quando con  un gruppo disomogeneo e molto tosto di donne calabresi facemmo un appello a donne e uomini calabresi per chiedere le dimissioni di Scopelliti&friends e promuovemmo un sit-in proprio a RC, un paio di gruppi di femministe locali si fecero palesemente indietro, anzi direi contro, alcune balbettando risposte farneticanti e poco comprensibili da un punto di vista meramente logico. Ma io sono miope, l’ho già detto, per cui è meglio non affaticare gli occhi con visioni per lontano.

Non essendo molto concentrata a spulciare la cronaca regionale, ieri ho avuto modo di apprendere da un amico del collettivo Lou Palanca il suo sdegno rispetto ad una scelta della recente amministrazione comunale di Reggio. La notizia è che dal 15 dicembre riaprirà il teatro Cilea. Il sottotitolo di non poco conto è invece che “uno dei primi eventi, ovvero lo storico concerto di Natale, sarà patrocinato dal Comune di Reggio Calabria e l’ incasso sarà devoluto in beneficenza all’associazione ”Movimento per la vita(con la emme maiuscola, mi raccomando) “.

Una storia simile si era già verificata qualche anno fa a Catanzaro, ma a scegliere di premiare i no choice, giusto per fare la festa alle donne l’8 marzo, era stata Wanda Ferro. Nonostante a Catanzaro di Wanda Ferro siano “amiche” tutte ( o quasi e nel senso deteriore del termine), qualche rappresentante dell’intelligencija nostrana si era arrischiata a borbottare che “si sa, Wanda è di destra”, per cui ” ce lo potevamo aspettare” e nessuno scalpore nei confronti di una scelta misogina e culturalmente  infelice. Riuscimmo, con un bel gruppo di donne, a far emergere la notizia a mezzo stampa e attraverso una richiesta di sottoscrizione suscitando reazioni forti e ovviamente contrastate dalla stessa amministrazione provinciale cui faceva capo Ferro. 

Ma adesso, a Reggio, a questo giovane maschio bianco di buona famiglia e di belle speranze (del PD),  promotore della “Svolta” reggina (con la esse maiuscola, mi raccomando), di cui tutti sono orgogliosi e in cui tutti ripongono le proprie speranze, chi glielo dice che sta per concludere l’anno e iniziare il suo lavoro di sindaco con una sonora (cacofonica, è il caso di dirlo)  insopportabile bestialità?Pare che qualcuna l’abbia fatto: Collettiva AutonoMIA ( soggetto in cui si è “trasformata” snoq rc ? pura curiosità) con un comunicato che merita attenzione ma soprattutto una risposta da parte del comune di Falcomatà:

<<Patrocinare un evento da parte di una istituzione vuol dire, citiamo testualmente: darne un riconoscimento simbolico, accordarne il supporto, condividerne gli intenti.
Che il Comune di Reggio Calabria abbia quindi deciso di “sostenere” il concerto di Natale al teatro Cilea, organizzato per raccogliere fondi in favore del “movimento per la vita”, ci lascia a dir poco perplesse.
Dopo le dichiarazioni del neo sindaco Giuseppe Falcomatà ci pareva che garantire i diritti di tutte e tutti, attraverso un’ amministrazione laica, fossero i presupposti del suo mandato. Come valutare dunque questa scelta? Una presa di posizione politica o una “leggerezza” nell’accordare il patrocinio?
Ci augureremmo la seconda…
In un momento storico in cui le donne vedono messi in pericolo diritti fondamentali come quello dell’accesso all’aborto libero e sicuro, garantito dalla 194; in cui la laicità dello Stato, valore costituzionale, è costantemente minacciata dall’ingerenza della Chiesa e delle lobby confessionali: come Collettiva AutonoMIA chiediamo pubblicamente conto di questa scelta alla Amministrazione reggina.
Vorremmo ricordare al sindaco e alle cittadine e ai cittadini tutti, gli ultimi “obiettivi” del “movimento per la vita” che noi preferiamo definire “no choise” in quanto “attentano” di fatto alla libertà di scelta delle donne:
– la riforma profonda dei consultori familiari…strumento con il quale lo Stato, quando ritiene di non dover né punire né proibire l’aborto, tuttavia si schiera limpidamente a protezione dei diritti del nascituro;
– la proclamazione legislativa che tutti gli esseri umani sono uguali fin dal concepimento… attraverso il riconoscimento della capacità giuridica.
– La proposta all’Onu di una moratoria sull’aborto proposta dall’Italia non ha senso e forza se non la si comincia ad attuare in Italia nei modi sopraindicati.
– (citazione dal sito http://www.mpv.org)
Non pensiamo di dover aggiungere altro se non che, in “soldoni”, noi donne saremmo ridotte a semplici “contenitori riproduttivi”, private di fatto , con la richiesta di introduzione del riconoscimento giuridico del feto , di ogni libertà di decidere della nostra vita e del nostro corpo (vedi campagna europea “One of Us” )
Il sostegno del Comune di Reggio Calabria, a chi attenta di fatto alla nostra autodeterminazione, alla 194 e alla laicità dello Stato, non possiamo accettarlo!
Sarebbe il caso di aprire una riflessione sulla concessione dei patrocini ricordando che costituiscono una “cartina di tornasole” per definire la linea e le scelte politiche di una Amministrazione.
In quest’ottica vogliamo quindi chiedere al Sindaco e al governo della città di esprimersi chiaramente in merito a questa scelta, la tanto annunciata e auspicata “trasparenza” vorremmo venisse messa in pratica proprio a cominciare dal prendere una posizione netta e chiara in merito.
“Poteva dire di no quando ha detto si, ma ha detto si…” da “Parole e sassi”

Collettiva AutonoMIA Reggio Calabria>>

E tutto il resto è noioso BENALTRISMO

Saluti da MancuLiCani, ops… da NeitherTheDogs!keep-calm-and-mancu-li-cani

4 commenti

  1. Come sai, soffro moltissimo dell’inesistenza di un vero gruppo femminista reggino e/o calabro.

    Non mi riconoscerò mai in gruppi che comunicano con altri gruppi attraverso i comunicati stampa (c’è un problema di riconoscimento, dicevamo: e io non riconosco chi non mi riconosce). Io quello che accadde due anni fa per quella manifestazione me lo ricordo bene, e sono contenta che lo tu lo abbia citato, perché c’entra molto con il provincialismo di certo attivismo reggino e c’entra molto con la faccenda degli ostacoli da superare quando si tratta di contestare il potere, che tra protagonismi e provincialismi dalle nostre parti ha vita facile, molto molto facile.

    A Reggio Calabria fare il concertone di Natale per devolvere al Movimento per la vita è perfettamente possibile perché la città, bigotta e arretrata nella maggior parte dei casi, dà tutto il suo consenso a tutto ciò che odori di patriarco-parrocchiale. Reggio Calabria è il posto il cui si lecca il culo ai potenti senza batter ciglio e poi ci si indigna per le prostitute in strada (sai, è una questione di decoro!): è questa la soglia massima di protesta che ci possiamo permettere. A Reggio Calabria la morale conta solo in alcuni casi (per esempio: quando si tratta di un feto :)), ma non in altri (per esempio: quando si tratta di trovare un posto di lavoro a tuo figlio tramite quel carissimo amico poltronato). Tu chiamale, se vuoi, contraddizioni…

    Minchia che svolta.

  2. soffriamo assieme, come sai, ma ti dirò che mi sono tediata alquanto di tutta ‘sta sofferenza che, credo a questo punto, sia del tutto inutile. ti ricordi cosa scriveva renate siebert in cenerentola non abita più qui?spiegava i motivi sociali eonomici e culturali per i quali un movimento femminista vero e proprio in calabria non c’è mai stato…mi sa, però, che l’interpretazione che ne avevo dato, delle sue parole, di quelle che mi erano sembrate speranze, quasi un augurio, erano state ottimiste e fuori luogo :-)) .comunque, ho citato “quello che accadde” perchè sono ancora convinta che le parole vadano usate e vadano usate con chiarezza e senza inutili riguardi (che pure avemmo ma ricordare è sempre un buon inizio). per fortuna ci sei tu! (sottotitolo: fujitinda finchè puoi)

  3. Cara Doriana purtroppo il morbo è molto più diffuso di quanto si creda. Dal Nord al Sud della penisola, un attacco bipartisan, ad opera di uomini e donne, che dobbiamo riuscire a contrastare in ogni modo. A Milano accadono anche queste cose: http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/02/aborto-in-video-durante-lezione-religione-professore-rischia-sospensione/1246153/
    Queste cose non dovrebbero accadere, punto e basta. E non servono provvedimenti a posteriori, perché ormai la violenza è stata compiuta.
    Collettiva AutonoMIA è come dici tu l’ex Snoq RC.
    Non c’è nessuna svolta possibile, perché chi viene eletto o fa semplicemente politica, se vuole avere un futuro non disdegnerà mai il sostegno di quelle parti confessionali che nel nostro Paese offendono e schiacciano una laicità necessaria e purtroppo sempre più asfittica. Sono indignata e sempre più stanca di assistere a certe cose. Dobbiamo essere scomode, consapevoli che tenteranno di schiacciarci sempre, in ogni modo, ma non dovremo mollare!

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