l’1 maggio, un fiore dal lungo stelo

Stamattina, appena accesso il cellulare, ho trovato il messaggio della  mamma di un compagno di classe di Giovanni. C’era scritto semplicemente “Oggi è 1 maggio”. Un’ affermazione di per sé ovvia ma che, in realtà, voleva essere un abbraccio stretto. Questo primo maggio, infatti, non potremo neanche andare assieme ai nostri figli a portare un fiore a S., non potremo scambiarci uno sguardo o stringerci una mano in chiesa, come abbiamo fatto lo scorso anno assieme ad altri genitori, docenti e ragazzini/e.
Ma non potrò mai, mai, mai nemmeno dimenticare dove eravamo e cosa stavamo facendo quando esattamente due anni fa mi venne comunicato per telefono che S., una bambina di prima media compagna di mio figlio, si era da poco lanciata nel vuoto dalla finestra di casa sua mentre la famiglia al completo si trovava nella stanza accanto, in un giorno di festa. Una ragazzina che conoscevo da poco ma che ammiravo e guardavo con simpatia perché salutava sempre in maniera particolarmente educata, gentile e priva di affettazione. S. aveva in comune con Giovanni l’interesse per il disegno, lo trattava bonariamente e con attenzione.
Era una bambina che spiccava tra gli altri come un elegante fiore dallo stelo lungo, luminosa e molto bella. Mi pareva quasi una rarità, e mi faceva sorridere vederla emergere nella foto di classe che ancora teniamo appesa al frigorifero. Una bambina, però, che non c’è più.

Inutile dire lo strazio, il terribile senso di colpa di docenti, compagni e di tutti noi, travolti dal pensiero che forse ci saremmo potuti accorgere di qualcosa, che avremmo potuto e dovuto cogliere qualche segnale per rimediare a ciò che si era fatto irrimediabile. Mai di certo avremmo potuto immaginare  a cosa sarebbe arrivata una poco più che bambina che all’apparenza non mostrava alcun segno di disagio, Ma del resto non si dice sempre così? Non abbiamo sempre letto nei peggiori fatti di cronaca parole di questo tipo? “Mai l’avrei immaginato“.

Nei mesi immediatamente successivi alla morte di S., sono state dette molte cose, anche che un eventuale responsabile sarebbe stato al più presto assicurato alla giustizia, dal momento che la strada percorsa pareva essere quella di reati legati all’uso della rete e del cellulare. Delle indagini, però, di come sono state condotte e in quali direzioni effettive, non s’è saputo più nulla nel giro di poco tempo, tutto è rimasto avvolto in una pesante cappa di silenzio.

Oggi posso solamente dire che continuo a sentire addosso la ferita di qualcosa che non doveva, non doveva proprio accadere e mi pare di non riuscire a rassegnarmi a questo senso di ingiustizia che avverto. Anche questo primo maggio, quindi,  il mio primo pensiero va a S., fiore dal lungo stelo, alla sua mamma e a chi l’ha amata di più.

Sii dolce con me. Sii gentile.
E’ breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura (…)”

[Mariangela Gualtieri]

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