Ma quali diritti? Sondaggio su obiezione di “coscienza”.

31/08/2010 Messina: partorisce in bagno senza assistenza. E per quanto mi riguarda sono stati calpestati i diritti piu’ elementari dell’essere umano.

“A giugno,una 37enne che aveva programmato un aborto terapeutico per gravi malformazioni del feto. Ma nella notte tra l’11 e il 12 giugno avrebbe partorito nel bagno della sua stanza, davanti alla madre e senza assistenza medica. Qualche ora prima la donna aveva iniziato ad avere le contrazioni e solo dopo insistenti pressioni si era presentato un infermiere del reparto che, secondo il racconto della donna, le avrebbe detto che nessun dei medici di guardia sarebbe intervenuto in quanto obiettori di coscienza. E che quindi l’aborto sarebbe stato praticato il giorno dopo da un altro medico. Ma gli eventi sono poi precipitati e la donna ha partorito senza aiuto in bagno.”(fonte)

Avevo già accennato della  proposta della laburista inglese Christine McCafferty,al Consiglio d’Europa, contro “l’uso sregolato dell’obiezione di coscienza”, che sostiene la necessità di “bilanciare il diritto all’obiezione di coscienza con la responsabilità professionale e con il diritto di ogni paziente ad accedere tempestivamente a legittime cure mediche”. Il documento peraltro cita l’Italia come esempio di paese in cui un’obiezione di coscienza non regolata ha condotto a una riduzione del diritto della donna a ottenere un’interruzione di gravidanza. E questo mi pare  un dato di fatto acclarato orami da tempo.

I fatti noti di Messina sono tutt’altro che rari. Conosco una donna che esattamente per le stesse circostanze (decisione di abortire per gravi malformazioni e quel giorno tutti “obiettori”),di recente, è stata abbandonata da medici ed infermieri da sola, con un pannolone, in una stanza d’ospedale. E’ passato qualche mese ma lei ancora non riesce a riprendersi, era la sua prima gravidanza, mancano le forze anche solo per piangere, figurarsi quelle per pensare ad un’eventuale denuncia.

Cosa ne pensate?

“…Lo stato afferma la legge (194) al suo primo punto, garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile…Queste parole hanno un senso cosi’ profondo che va oltre il significato letterale delle stesse. Una “procreazione cosciente e responsabile coinvolge, chiama direttamente in causa diverse categorie dello spirito e della mente della donna.La donna nell’autodeterminarsi fa riferimento alla sua coscienza ovvero alla consapevolezza di sè e dell’atto che compie e alla responsabilità che esso stesso le comporta e che a volte grava come pietre su di essa…..” da Io consapevole, io libera. Opuscolo informativo (in realtà vademecum dettagliato e chiaro) sulla legge 194/78 a cura della Commissione Pari Opportunità di Catanzaro, per il quale voglio ringraziare  in particolare la dott.ssa Anna Pascuzzo.

4 commenti

  1. Che dire, sono sempre più costernata! L’aborto, che sia per malformazioni del feto, ma anche solo per “scelta personale” non è mai una decisone facile da prendere! Tutt’altro e sempre sofferta e dolorosa e lascia cicatrici che non si rimarginano mai… Per cui, questi finti perbenisti bigotti dovrebbero avere più buon senso se non altro per il diritto alla vita (che tanto decantano!!) di chi il feto lo porta in grembo! Ma purtroppo viviamo in una società sempre più atrofizzata, dove l’influenza di alcuni organismi di potere determina in modo preponderante il nostro modo di agire…e così ci limitiamo ad accettare passivamente le cose imposte dall’alto per paura di non so cosa alla fine! Che tristezza…

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